Tutti dicono stress

Tutti dicono stress

Quanto comunemente definiamo con la parola “stress” – ed inevitabilmente tendiamo a banalizzare – riguarda una normale funzione dell’organismo vivente che è parte integrante della componente genetica di ciascuno di noi che, in condizioni di normalità, rappresenta una modalità fisiologica di adattamento. Pensiamo ad esempio a tutti quei momenti in cui, del tutto automaticamente, il nostro corpo si adatta – con diversi livelli di “fatica” – alle mutate condizioni dell’ambiente esterno o interno; oppure alle diverse volte in cui noi, in modo più o meno consapevole, adeguiamo i nostri gesti e i nostri sforzi alle azioni che stiamo compiendo o agli sforzi che vengono richiesti dai nostri compiti. In tali casi la reazione di “stress” si attiva in modo veramente automatico e compare come risultato del funzionamento dell’organismo nell’interazione stimolo-risposta/eliminazione-dello-stimolo funzionale per il ri-equilibrio omeostatico.

Solo nel momento in cui questo specifico processo di adattamento diventa una modalità permanente di reazione dell’organismo, al di là dei casi oggettivamente normali, lo stress si trasforma in “sindrome” e, di conseguenza, in disfunzione. Se nella regolare modalità di risposta dell’organismo verso stimoli di tipo fisico e/o psichico si verifica solo un momentaneo aumento della secrezione di ormoni, detti anche ormoni dello stress; nel caso della disfunzione, cioè quando la situazione è “cronica”, il rilascio continuo – ed evidentemente eccessivo – degli ormoni cosiddetti corticosurrenali, in associazione con varie modificazioni dei parametri neurormonali e immunologici, porta alla malattia somatica. I disturbi psicosomatici comportano alterazioni abbastanza stabili del sistema neurovegetativo e disordini funzionali a carico di qualsiasi organo.

Queste manifestazioni somatiche abitualmente associate allo stress riguardano la ipertensione arteriosa, le palpitazioni, l’infarto del miocardio, l’insonnia, la sensazione di fatica (quella che di solito viene definita “fatica cronica”), il mal di schiena, l’emicrania, le eruzioni cutanee, i disturbi della digestione, l’ulcera, la colite, la bulimia, i crampi, le sensazioni di nausea, la difficoltà di respiro ed altre ancora.

Lo stress può anche influire sulle abitudini di vita favorendo stati compulsivi legati all’assunzione di cibo, dolciumi, sigarette, alcool, acquisti indiscriminati e – dulcis in fundo – alla dipendenza da lavoro quel fenomeno che nel mondo anglosassone viene definito con il termine di workaholism.

 

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