Smentite le percentuali di ADHD finora accettate a livello mondiale

Smentite le percentuali di ADHD finora accettate a livello mondiale

In Lombardia è stato realizzato uno studio che stravolge completamente le percentuali comunemente accettate, secondo cui i bambini e gli adolescenti, iperattivi in modo patologico, sarebbero il 5,3% della popolazione tra i 5 ed i 17 anni.

 

Lo studio lombardo afferma che sono invece il 3,5 per mille, ovvero lo 0,35%.

15 volte di meno delle statistiche mondiali!

La ricerca è stata condottda da Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di salute pubblica dell’Irccs Mario Negri di Milano e responsabile del Registro regionale, istituito nel 2011 nell’ambito di uno specifico progetto di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Afferma Bonati:

 

Non si tratta semplicemente di una questione statistica, potevano esserci conseguenze a livello terapeutico: il rischio era di aggravare le preoccupazioni, prima di tutto dei genitori, e di eccedere nella terapia farmacologica quando magari non ce n’era bisogno o andava utilizzata con più moderazione. Il disturbo è facilmente fraintendibile perché un certo grado di iperattività può rientrare nella norma dell’età, mentre chi è affetto da Adhd ha anche altri problemi, come difficoltà di concentrazione e di socializzazione. Del resto, se le stime precedenti fossero state corrette, si sarebbero bloccati tutti i servizi di neuropsichiatria per far davvero far fronte alle richieste

Il trattamento deve essere prima di tutto di tipo psicologico, rivolto al bambino ma coinvolgendo anche i genitori.

 

«A questo, – dice Bonati – nelle forme gravi, e si è visto che sono veramente poche, è utile aggiungere anche il trattamento farmacologico. Quindi, non occorre negare il farmaco quando c’è bisogno ma prescriverlo solo dopo criteri attenti di valutazione e nell’ambito di un percorso psicologico».

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