Beauvallon, ai piedi del Parco Nazionale delle Calanques e vicino alla prigione di Baumettes …
Questo quartiere del 9° arrondissement di Marsiglia è uno dei pochi esempi a non aver ancora eretto muri tra le sue 700 abitazioni e il resto del mondo. Inferriate, recinzioni,cancelli automatici …
Negli ultimi quindici anni, le “comunità murate”, come si dice in Quebec, sono diventate un elemento costitutivo dell’habitat marsigliese.
Secondo uno studio dell’Università di Aix-Marseille, il 29% degli alloggi si trovano ora all’interno di case recintate. Ciò logora l’immagine della città “capitale del vivere insieme” servita regolarmente da politiche locali.
Se il fenomeno riguarda tutta la Francia, Marsiglia detiene, secondo i geografi del Laboratorio Population Development Environment (EGSPA) che stanno lavorando su questo argomento da sette anni, il record nazionale. E di gran lunga.
“Quì, la tendenza a dividere in enclave residenziali chiuse è massiccia, dichiara, nel preambolo, Elisabeth Dorier, geografo e responsabile dello studio. Essa coinvolge tutti i tipi di alloggio – vecchi, nuovi, individuali, collettivi, di lusso o modesti – e tutti i quartieri della città. “Il 75% delle 1550 abitazioni sono state censite come chiuse dal 2000. E nessun promotore immobiliare, si avventura ormai, a proporre agli acquirenti un progetto nuovo senza l’etichetta “in sicurezza”. Eufemismo per l’accesso controllato e ingressi sbarrati. D’altra parte, anche Beauvallon inizierà al più presto.
L’articolo completo:
http://www.lemonde.fr/m-actu/article/2014/10/09/pourquoi-marseille-se-barricade_4503348_4497186.html
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