Perdersi e ritrovarsi

Perdersi e ritrovarsi

 

Capita di trovarci di fronte a una situazione difficile in cui non sappiamo cosa fare, come affrontarla, oppure non abbiamo gli strumenti necessari per intervenire in modo efficace su di essa, non possiamo agire in modo adeguato. Si tratta in genere di un evento, un compito o una prova che in quel momento è capace di fare emergere il limite delle nostre possibilità e che viene da noi vissuto con un certo grado di disagio.

Il segnale della nostra inadeguatezza si manifesta attraverso l’ansia che a sua volta sottintende l’indice della nostra fatica psicofisica o del nostro stress. Tutto questo capita quotidianamente: in famiglia, a scuola, al lavoro, ecc.

Quel momento in cui non riusciamo a raggiungere l’obiettivo, a realizzare cioè quel compito che abbiamo di fronte, può – in moltissimi casi – tramutarsi in una minaccia nei nostri confronti. Diventa un attacco alla nostra autostima, uno sconvolgimento della nostra zona di confort. E quando viviamo una tale situazione, abbiamo la possibilità di dire: “io mi sento minacciato da questa difficoltà e però posso lottare, posso far fronte alla minaccia contro la mia autostima”.

In linea del tutto schematica, nel caso mi trovassi nella situazione appena descritta, potrei prendere coscienza di quanto sta accadendo in due modi:
posso entrare in contatto con il mio corpo, attraverso il quale mi “sento” e “capisco” qual è la situazione al mio interno, valutando così le mie energie e le mie risorse (bisogna considerare però che tale situazione potrebbe essere vissuta anche come minaccia e in questo caso il “sentirsi” in tale stato può diventare l’anticamera dello stress).
Posso entrare in contatto con l’esterno, mi sintonizzo e valuto ciò che sta accadendo; per comprendere se il mio “potere” personale è sufficiente e adeguato ad affrontare la situazione. Vivrei pertanto l’evento come sfida e nel momento in cui vivo qualcosa come competizione, mi attivo in modo sicuramente positivo. Questo diventa il modo ideale per affrontare le cose, anche se naturalmente non possiamo sempre interpretare o re-interpetare gli eventi in termini di competizione.

Esiste tuttavia un rischio incombente, quello di voler vincere ad ogni costo, di superare con ingenuità e entusiasmo sprezzante il limite che si pone come sfida; e allora…

 

 

 

Ho ritrovato su alcune vecchie agende delle annotazioni che trovo ancora interessanti: brevi riflessioni, credo non banali rispetto al tempo in cui le ho scritte.
Ne ho scelto cinquantadue, risalenti al 2002, 2003 e 2004, con l’intenzione di proporre un motivo di ispirazione settimanale per il corso dell’anno.
Questa è la n. 17:
Perdersi e ritrovarsi (2003).

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