Impiegati o poliziotti ?

Impiegati o poliziotti ?

Sembra questo il dubbio amletico (essere o non essere) che qualifica lo stato d’animo di parecchi operatori della polizia locale: siamo impiegati o poliziotti ?

Ho sempre ammesso la mia perplessità rispetto questa distinzione perché, credo, non ha senso. Semmai si potrebbe ragionare con più gusto su un’altra “differenza” o mancanza di identità, quella che emerge dalla polisemia delle attribuzioni, quelle che distinguono gli insiemi di coloro (donne e uomini) che svolgono il loro servizio sul territorio nazionale. Disunito nelle pratiche e nelle culture che le ispirano.

Volendo avere maggiore chiarezza dei termini di riferimento: impiegato o poliziotto, ho consultato il vocabolario Treccani della lingua italiana; scegliendo, quindi, un riferimento accettato da tutti. Lo spero.

Trascrivo i relativi lemmi:

impiegato s. m. (f. –a) [part. pass. sostantivato di impiegare].– Persona che svolge continuativamente la propria attività professionale,esclusa la prestazione di semplice mano d’opera, alle dipendenze altrui, dietropagamento di una retribuzione: i. privato, i. pubblico,a seconda che sia alle dipendenze del proprietario – individuo o società – diun’azienda privata (agricola, industriale, professionale), o alle dipendenzedello stato o di altro ente pubblico; specificando: gli i. dellePoste, del ministero dell’Interno, del Comune, del Catasto;un i. di banca; un i. della Fiat. In rapporto allanatura o alla qualità della prestazione: i. di concetto, quelloche esplica un’attività intellettuale di rilievo e di qualche responsabilità,non meramente esecutiva; i. d’ordine, quello che esercitafunzioni di modesto rilievo o di media applicazione con preminenza diprestazioni esecutive; inoltre: i. amministrativo, che hamansioni di collaborazione intellettuale senza incarichi di natura tecnica; i.tecnico, che ha mansioni di collaborazione intellettuale con preminenzadi prestazione tecnica. Con riferimento agli impiegati pubblici: i. diruolo, assunto con le prescritte garanzie di stabilità in un ufficioprevisto nella pianta organica dell’amministrazione; i. non di ruolo,quello per il quale non concorrono queste condizioni (supplenti, incaricati eavventizî). ◆ Dim. e spreg. impiegatùccio; spreg. impiegatùcolo.

poliziòtto s. m. (f. –a) [der. di polizia1]. –

  1. Nel linguaggio corrente, denominazione degli agentidella polizia di stato: essere inseguito, fermato, arrestatodai p.; il palazzo è presidiato dai p.; la zona pullula dipoliziotti; un p. in borghese; p. di quartiere, agente dipolizia chiamato a svolgere la sua azione in una determinata area urbana, spec.per fronteggiare la microcriminalità, come risposta politica alle esigenze disicurezza dei cittadini; p. privato, chi, munito di apposita licenza,svolge indagini poliziesche o compiti di sorveglianza per conto di privati.
  2. Con funzione appositiva: donna p. (pl. donnepoliziotto), denominazione talvolta ancora usata nel linguaggio correnteper indicare l’agente di sesso femminile della polizia di stato, detta anche poliziotta;cane p. (pl. cani poliziotto), cane (in genere di razza pastoretedesco) opportunamente addestrato a fare la guardia a persone o cose, afiutare piste o droga, ad aggredire o trattenere individui senza ferirli, ecc.,dato in dotazione a reparti di polizia per servizî preventivi o repressivi.
  3. Per estens., non com. (e quasi sempre in tonopolemico e spreg.), uomo dai modi rozzi e prevaricatori (con valore analogo a sbirro):in famiglia è veramente un poliziotto; anche, chi tiranneggia i proprîsubordinati, sindacandone il comportamento, spiandone le mosse, ecc.: ildirettore fa il p. con i dipendenti; tiranno, governante dai modirepressivi e vessatorî: quellacolossale prigione su la cui vetta,p. e carnefice d’Europa, stava l’imperatore d’Asburgo (Carducci).

 

Da quanto sopra deduco: i poliziotti sono impiegati e non tutti gli impiegati sono poliziotti

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