“La cottura è una fase importantissima della cucina e purtroppo nessuna prescrizione scritta può sostituire l’occhio vigile del cuoco. Non si può dire tassativamente se una certa pietanza deve cuocere per cinque o dieci minuti, poiché la giusta cottura dipende dalla forza del fuoco, dalla qualità del prodotto, dalla stagione, ecc. ogni prodotto ha una sua risultanza e sta al cuoco capire il momento in cui la cottura valorizza al meglio il cibo.”
Queste parole di Gianfranco Vissani, mi offrono uno spunto per parlare della affermazione di sé e della iniziativa personale: essere intraprendenti, affermarsi, diventare protagonisti talvolta sfacciati o sfrontati, questo è il problema.
L’affermazione di sé è la capacità di esprimere se stessi, le proprie emozioni, i bisogni, i valori, le aspirazioni, ecc. Una attitudine a rispettarsi e farsi rispettare. È attraverso l’esperienza (quindi la pratica) che si acquista la sicurezza e la garanzia di affermarsi con chiarezza.
Esiste la possibilità di esercitarsi, in vista dei propri obiettivi particolari, per rendere duttile l’affermazione di se’ in modo progressivo.
Perché l’affermazione di sé è come la cottura e perciò bisogna saper dosare il fuoco e il tempo.
Allora potremmo vivere meglio anche il nostro lavoro, dove tra colleghi, pause caffè, riunioni, ecc., ciascuno di noi passa la maggior parte della giornata e non tutti viviamo allo stesso modo tale esperienza.
Non siamo tutti uguali di fronte al piacere o al dispiacere di sentirci operosi. C’è chi si realizza e chi soltanto si abbruttisce.
Qualcuno esercita con passione un mestiere o una professione, altri “soltanto” un lavoro. Vocazione o condanna?
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