Amico o nemico ? Favorevole o contrario ? Con noi o contro di noi ?
Battersi per … o battersi contro ?
O.O !
Siamo preda della logica oppositiva. È un abbraccio che ci attanaglia sin da bambini. Ricordate? “Vuoi più bene a mamma o a papà?”, “è più brava Marta o Federica?”, “vuoi la nutella o la marmellata?”.
Siamo stati indotti, sin dalla nascita, a schierarci continuamente, pro o contro qualcosa. O amici o nemici! Eppure (i bambini lo sanno meglio dei grandi), non avremmo voluto; avremmo preferito mantenere ambedue le posizioni, soprattutto quando i riferimenti per noi erano veramente importanti. Come si fa a schierarsi a favore di un fratello contro un altro?
Quando la parte angelica di ciascuno di noi viene offuscata da un elemento diabolico (dia ballus = diavolo, ciò che separa), quando prevale la tribalità, la logica dell’orda o del branco (come negli animali), prende il sopravvento la vecchia struttura necrofila del potere belluino. Allora si tende a giustificare la soluzione bellica e si rifiuta la ragione della mediazione e della negoziazione. Si tenta di attribuire alla lotta una causa giusta, cioè quella basata sulla distruttività e non sull’aspettazione del raggiungimento di un vantaggio reciproco, reciprocamente soddisfacente.
Diverso dal vantaggio derivante dalla distruzione dell’avversario.
Il conflitto non sta nella realtà oggettiva, di solito risiede nella testa delle persone e la divergenza esiste proprio perché le “teste” sono diverse. Già soltanto potessimo metterci nei panni degli altri, vedere la situazione come la vede la controparte, per quanto essa possa essere difficile. Poter legittimare le reciproche deduzioni significherebbe in fondo passare da una logica distruttiva e oppositiva (quella dell’O O) a una logica costruttiva e deduttiva (E E).
Tutto ciò farebbe del bene all’intera umanità. Potremmo così contribuire a una inversione di rotta della “tribalizzazione” del mondo moderno
Ho ritrovato su alcune vecchie agende delle annotazioni che trovo ancora interessanti: brevi riflessioni, credo non banali rispetto al tempo in cui le ho scritte.
Ne ho scelto cinquantadue, risalenti al 2002, 2003 e 2004, con l’intenzione di proporre un motivo di ispirazione settimanale per il corso dell’anno.
Questa è la n. 21:
Pro o contro? (2003)
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