I nostri diversi punti di vista

I nostri diversi punti di vista

Nei giardini della Villa Imperiale di Katsura a Kyoto, mi raccontò un giorno un mio compagno di viaggio, c’è un sentiero di lastre di pietra percorso un tempo da imperatori-filosofi, da monaci sapienti e da poeti.
A ogni pietra corrisponde uno spostamento del punto di vista.

Compongono questo sentiero mille e settecento sedici pietre alle quali corrispondono mille e settecento sedici punti di vista.

Ho sempre immaginato quel sentiero di pietre rappresentandomelo come un tesoro. Una grande quantità di vedute, di quadri, tutti diversi tra loro e tutti riguardanti un unico contesto spaziale; un percorso di conoscenza veramente ricchissimo. Chissà che meraviglia.

Il giardino è uno, le rappresentazioni o i punti di vista su di esso sono moltissime (1716) e si può immaginare che non siano sempre le stesse.
Se solo pensiamo alle variabili condizioni atmosferiche o ai mutevoli stati d’animo dell’osservatore oppure alle influenze diverse che possono arrivare da altri visitatori.

Quel giardino, tutti i giardini, anche gli altri spazi, pure la stanza o la casa o l’ufficio, rappresentano un microcosmo; ci offrono una rappresentazione del mondo.

Sembra una ingenua esagerazione. Vale la pena di provare. Ad esempio, sperimentandosi a osservare la propria stanza da punti di vista diversi, da angolazioni differenti, oppure sdraiati in terra, in ginocchio, da sopra un tavolo, ecc.

Avremo modo di renderci conto che quella unica “realtà” può essere da noi percepita in modi diversi e parziali, che tali rappresentazioni possono cambiare ulteriormente in dipendenza di un nostro intervento diretto o di una azione esercitata da altri.

Lo si può fare. Anche le persone sono “giardini” molto speciali, in costante trasformazione e in continua evoluzione. Diversi i punti di vista, unico il soggetto e le proprie peculiarità nascoste.”

 

 

Vittorio Tripeni (2002) “I molti modi di percepire”, in “Oltre il Giardino”. eBook 2018

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