Buon anno

Buon anno

… e al lavoro usato, ognun col suo pensier farà ritorno (G. Leopardi)

Ormai è consuetudine, iniziamo un nuovo anno di lavoro. Riprendiamo le nostre occupazioni e preoccupazioni (che in realtà non abbiamo accantonato nemmeno in vacanza). Riavviando la nostra operosità, in attesa che quest’economia (4.0) ancora distratta negli affanni di una globalizzazione poco ferace e molto ferale, torni a chiederci le performance migliori.

En attendant … possiamo riprendere in mano i nostri ritmi naturali, prenderci cura della vita privata e di quella professionale. Aspettando Ulisse, potremmo intanto imitare Penelope, tentando magari di tessere una tela che, volontariamente o involontariamente, ciascuno di noi ha già sfilato altre volte.

Potremmo anche recuperare la relazione, i rapporti interpersonali, la pazienza di “fare la coda” per sondare gli umori del nostro vicinato e recuperare il valore dell’incontro.

Veramente, potremmo pensare di più ai valori e alla civiltà e non solo al mercato e alla competitività; per recuperare il gusto di una sana competizione e il piacere di far bene. Ecco, potremmo intanto restituire dignità umana al lavoro e recuperare la nostra umanità profonda.

Riappropriandoci dei nostri spazi domestici, della casa, della città, dei luoghi della nostra attività lavorativa, possiamo provare a osservarli con occhio più attento. Muri, porte e finestre formano la casa. Ma solo il vuoto della stanza, il suo spazio interno, permette di abitarci (Lao Tse). Riprendiamo contatto con la nostra interiorità, prendiamo tempo per far maturare i progetti.

Prendiamo tempo per trasformare le nostre aspettative frustrate in nuove opportunità d’intervento; per riaprirci e disporci su un nuovo posizionamento fertile per noi e per gli altri. Pronti a metterci in discussione ogni volta che lo riterremo opportuno.

Negare o sottrarsi alle difficoltà, rifugiarsi nel sogno o nell’immaginario, reagire collericamente o distruttivamente, oppure rifugiarsi nel senso di colpa, chiuderebbe la porta in faccia alla nostra Fortuna.

n. 36: (2004)


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