Ci troviamo immersi in cambiamenti, molto profondi, nella quotidianità di ciascuno di noi, ed è necessario rendercene conto. Perché i segnali che sottolineano tali trasformazioni sono molto evidenti: frammentazione, segmentazione, individualismo, ritorno a una lotta selvaggia (competitività-conflittualità) per la sopravvivenza, sfiducia, paura, ecc. Tuttavia, il lavoro rimane un elemento centrale della nostra vita e della nostra salute, senza dimenticare che anche oggi si “soffre”; al lavoro di lavoro si “muore”, sia quando c’è e sia quando non c’è; in uno scenario di regressione sociale in cui diventa molto urgente dare un senso al malessere che invade il nostro quotidiano.
Quanto precede appartiene a una raccolta di appunti:
1 – un equilibrio costantemente instabile
2 – Stiamo vivendo una “mutazione genetica” delle nostre abitudini
3 – Comparse in una commedia di cui non siamo né registi né sceneggiatori
4 – Ritmo e intensità invece di fluidificare le attività di lavoro, le rendono spesso stressanti, pericolose e angosciose
5 – Una caratteristica importante del lavoro d’oggi è che l’equilibrio tra routine e problemi da risolvere è stato interrotto
6 – Tener conto dei rischi psicosociali
7 – Un’organizzazione e un ambiente di lavoro sani e sicuri sono fattori che migliorano le prestazioni
8 – la promozione della salute organizzativa
9 – Bibliografia di riferimento
Che costituiscono l’Introduzione alle lezioni del 31 marzo, 5 e 7 aprile 2014) del corso di Psicologia delle relazioni all’Università Cattolica di Milano (Facoltà di Economia)
“Il front-line del benessere organizzativo – Attori, fattori strutturali e processi, nella gestione del rischio psico-sociale”.
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